Parla Tawakkol Karman, Premio Nobel per la Pace yemenita

| 15 febbraio 2012 | 0 Commenti

 

 

Mentre dalla Siria arrivano le notizie di oltre cinquanta morti in seguito alla violenta repressione messa in atto dalle forze armate del presidente Bashar Al Assad a Homs nei confronti degli attivisti del Consiglio Supremo per la rivoluzione siriana, nella sala Zuccari del Senato della Repubblica parla Tawakkol Karman Premio Nobel per la Pace yemenita, giornalista, esponente dell’ala moderata del partito islamico “Al Islah” e fondatrice del “Youth Revolution Council”.
E’ una domma piccola, minuta, come spesso sono le donne yemenite ed ha i velati da un foulard ricamato con fiori e paillettes, quasi a ricordarci che spesso nelle teste velate albergano pensieri molto brillanti. Quando parla si anima e esprime tutta la leadership che l’hanno portata al Nobel.
La trentatreenne, invitata dalla Vice Presidente del Senato Emma Bonino, alla presenza del Primo Ministro Monti e del Presidente del Senato Schifani, si rivolge alla platea a nome dei giovani della “primavera araba”, delle donne e di tutti i popoli che lottano per la democrazia, per la libertà e per la dignità. Chiede la collaborazione dello stato Italiano e dell’occidente tutto per eliminare gli ostacoli che separano non solo i popoli dalla libertà ma anche i popoli tra di loro, e per questo scopo chiede aiuto per allontanare i governanti despotici e corrotti, bloccandone i fondi esteri, ed avviare il periodo di transizione.
Un buon esempio, afferma la Karman, sono i fondi dell’ex Presidente Ali Abdallah Saleh, soldi che vengono utilizzati per finanziare il partito di governo a lui vicino e destabilizzare il popolo con una guerra civile a base confessionale, approfittando del fatto che sono saliti a capo degli organi di sicurezza e militari i membri della sua famiglia. del paese e per la lotta alla corruzione.
Richiama il ruolo delle donne nella primavera araba, che si sono spesso conquistate il ruolo di guida della rivoluzione, talvolta a costo della propria vita e ne ricorda molte per nome con passione.
L’ultimo pensiero di Tawakkol Karman va alla Siria e condanna il veto posto dalla Russia e dalla Cina al Consiglio di Sicurezza e chiede ai paesi occidentali di espellere gli ambasciatori siriani e di richiamare il proprio in Siria.
Conclude il suo discorso salutando la sorella e l’amica Emma Bonino

07/02/2012

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