I nostri impegni per il 2011
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Scritto da Redazione PoD  Sabato 22 Gennaio 2011 18:01   

SEGNALIAMO:

A questo link l'intervista a Emma Bonino (Presidente onoraria di PoD) e Cristina Molinari (Presidente di PoD), andata in onda su Radio Radicale, dove si fa un bilancio dell'iniziativa  "Questione femminile, questione Italia" e si delineano i prossimi impegni. Cliccando su questo link invece, un confronto e un focus con Cristina Molinari (Presidente PoD) e Cristina Sivieri Tagliabue (socia fondatrice PoD e presidente di NCLP) sull'uso del corpo delle donne nella pubblicità, sull'iniziativa per il manifesto per un utilizzo responsabile dell'immagine femminile e sui video presentati il 19, per l'iniziativa La Réclame

A questo link l'intera rassegna stampa sull'evento del 19 gennaio.


I NOSTRI IMPEGNI PER IL 2011

Il 19 gennaio il comitato Pari o Dispare ha avanzato tre proposte:

1. L’istituzione di un’Authority contro le discriminazioni di genere che vigili sul rispetto del principio di uguaglianza tra uomini e donne, promuova e rafforzi l’effettiva parità tra i generi.

 

2. L’uso dei risparmi derivanti dall’equiparazione dell’età pensionabile tra donne e uomini nella PA (3.750 milioni in dieci anni, di cui 1.450 dalla sola equiparazione, e a regime 242 milioni all’anno) vincolati al finanziamento delle misure a favore della conciliazione tra vita familiare e attività lavorativa. In particolare, per garantire rapidità di azione e trasparenza, si richiede l'istituzione di un comitato di controllo sull'effettivo utilizzo e vincolo di tali fondi.

3. L’inserimento nel Contratto di servizio RAI di un osservatorio sulla presenza femminile nei programmi sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Inoltre è stato presentato il Manifesto per un utilizzo responsabile dell'immagine femminile, già sottoscritto da importanti multinazionali e su cui continueremo a richiedere adesioni, contando anche sul supporto delle aziende italiane.

Infine, come ogni anno Pari o Dispare ha assegnato premi simbolici alle aziende e istituzioni che hanno valorizzato le risorse femminili o che viceversa continuano ad avere indicatori negativi. Così è stato premiato il Consorzio Nazionale della Cooperazione Sociale “CGM” come esempio avanzato di organizzazione per partecipazione al lavoro delle donne e per leadership al femminile. Sono stati simbolicamente sanzionati il Coni, perché le donne sono sottorappresentate in tutti gli organi direttivi delle Federazioni e nessuna atleta ha accesso alla legge 91 sul professionismo sportivo e gli organismi e le istituzioni (con le sole eccezioni del Presidente della Repubblica, Cgil e Confindustria) che per la nuova consiliatura del CNEL non hanno nominato nessuna donna)

 

 

Commenti 

 
#5 Ba 2011-03-04 06:58
Venite un Po nella mia banca!
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#4 Anna Camera 2011-02-15 08:26
....venitevi a fare un giro in Telecomitalia, va....altro che sanzioni...
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#3 Vanna Fort 2011-01-25 11:18
Ho aperto oggi per la prima volta le Vs mail. Credo importante un osservatorio sulle pari opportunità. Tuttavia ritengo che non sia del tutto corretto parlare di "uguaglianza" fra uomini e donne e effettiva "parità" fra i generi. Non è corretto perchè tale parità non c'è, dato che uomini e donne biologicamente hanno destini diversi. Credo sia invece importante riconoscere le differenze, valorizzarle ed educare al rispetto delle stesse. Fatto questo si potranno costruire nel pratico le condizioni per un maggior riconoscimento delle donne e del loro complesso ruolo nella società. Criteri di pari opportunità basati soltanto su reddito, presenza in azienda, in politica ecc. possono essere fuorvianti e arrecare danni alla nostra società. In ogni caso, buon lavoro!
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#2 valeria manieri 2011-01-24 11:30
il punto è che forse in Italia il "nodo demografico" per quanto rilevante viene spesso manipolato con una visione o pesantemente familistica e cattolica o in senso antimmigrazione (poiché le immigrate fanno più figlie delle italiane...)è un argomento importante ma in una visione più complessiva che riguarda la libera scelta delle persone e la possibilità di non dovere per forza scegliere tra lavoro e famiglia, ma potere fare entrambe le cose, o nessuna, o una delle due, a seconda della libera scelta.il nodo demografico in sé può essere mistificato, come spesso anche nei dibattiti pubblici accade.vero è anche che in realtà nei paesi dove l'occupazione femminile è più alta, le donne fanno anche più figli, mentre qui, fuori da ogni evidenza scientifica:-) si tende a voler far intendere il contrario.comunque grazie della segnalazione, proveremo a parlarne più avanti, anche trattando altri punti che ci stanno a cuore... (vedi ad esempio la nostra contrarietà al quoziente familiare....)
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#1 Liana Novelli 2011-01-23 09:41
Perchè tra le cose in programma non si richiede un'informazione esaustiva sulle conseguenze demografiche del non rendere possibile alle donne italiane il loro progetto famigliare - 2,2 figli a donna secondo l'indagine ISTAT "essere madri in Italia"-? Non è doveroso e utile sottolineare il nodo "privato/pubblico" ?
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Comitato Pari o Dispare