Osservatorio Rai contro gli stereotipi. Continua il pressing di PoD sul contratto di Servizio Rai |
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Scritto da Redazione PoD Giovedì 03 Marzo 2011 14:16 |
Dopo il parere positivo sull'emendamento di Pari o Dispare in commissione di Vigilanza Rai a maggio dello scorso anno, che richiedeva l'impegno della Rai a istituire un osservatorio contro gli stereotipi di genere nella comunicazione pubblica, a partire dal Contratto di Servizio, una nuova azione di Pari o Dispare, con sostegno bipartisan, prende corpo. Infatti, dopo lche a stesura definitiva del contratto di servizio Rai ha recepito solo parzialmente le nostre richieste, abbiamo deciso di insistere, presentando una mozione parlamentare molto dettagliata, che convinca parlamentari e Rai ad essere più precisi nel delineare le mansioni e le regole del monitoraggio. Nel contratto di Servizio Rai, all'art. 2, comma 7 si dichiara infatti che "La Rai opera un monitoraggio, con produzione di idonea reportistica annuale, che consenta di verificare il rispetto circa le pari opportunità nonché la corretta rappresentazione della dignità della persona nella programmazione complessiva, con particolare riferimento alla distorta rappresentazione della figura femminile e di promuoverne un'immagine reale e non stereotipata. I report devono essere trasmessi al Ministero, alI' Autorità e alla Commissione Parlamentare". Qui di seguito il testo integrale della mozione e i nomi dei e delle parlamentari che l'hanno sottoscritta.
Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 515 del 03/03/2011 FERRANTE FRANCESCO, PINOTTI ROBERTA, MARINI FRANCO, BAIO EMANUELA, SANGALLI GIAN CARLO, ANTEZZA MARIA, BIANCHI DORINA.
Il Senato, premesso che:
il tema delle pubblicità lesive nei confronti delle donne e di una più equilibrata rappresentazione di genere nei media, che vada oltre gli stereotipi femminili e maschili oggi massicciamente proposti dai mezzi di comunicazione, è ormai esploso in tutta la sua forza e attualità del dibattito sociale e politico del Paese; tutte le rilevazioni e le ricerche svolte, anche in tempi recentissimi, confermano che la rappresentazione delle donne nei media italiani si focalizza su pochi insistenti stereotipi relativi al corpo, alla bellezza, alla sessualità, o alla donna come vittima di violenza, angelo del focolare, a scapito di rappresentazioni di donne capaci, competenti, variegate come età e condizione; si fa sempre più urgente una più attenta rilevazione degli stereotipi presenti nella comunicazione radiotelevisiva pubblica e privata e un efficacie superamento degli stessi, in linea con quanto avviene nel resto d'Europa, tenendo in considerazione quanto questi pesino sullo sviluppo del nostro Paese e sul ruolo delle donne nella nostra società ed economia; proprio in occasione del rinnovo del Contratto di servizio, su impulso del comitato "Pari o dispare" è stato approvato in Commissione di vigilanza servizi radiotelevisivi un parere favorevole, condizionato, fra l'altro, all'introduzione di disposizioni volte a riequilibrare la rappresentazione delle donne nei programmi Rai, con la richiesta della creazione di un Osservatorio indipendente che analizzi da un punto di vista qualitativo e quantitativo, la presenza di genere nei palinsesti della tv pubblica, e di uno spazio aperto ai contributi critici e propositivi del pubblico; tale Osservatorio doveva rappresentare un primo passo intermedio verso una idea più complessiva di un'authority contro le discriminazioni di genere, che si occupasse anche di quelle presenti nel mondo dei media; era anche previsto che la Rai tenesse seminari per il personale di sensibilizzazione alla problematica; il manifesto-appello a supporto della richiamata proposta emendativa al testo è stato sottoscritto da oltre 70 parlamentari di maggioranza e opposizione e da moltissime personalità del mondo della cultura e del giornalismo e le adesioni sono state oltre duemila tramite siti e social network; tale proposta emendativa, come richiamato, è stata recepita in una delle condizioni cui è stato subordinato il parere favorevole della Commissione di vigilanza Rai allo schema di Contratto di servizio, seppure tale parere non sia vincolante; riscontrato che: nella versione più recente del Contratto di servizio, successiva all'esame della Commissione di vigilanza Rai, solo alcuni aspetti fra quelli contenuti nel citato parere sono stati recepiti; sono stati previsti i seminari per il personale (art. 2, comma 3, lettera b)) nonché l'impegno a "promuovere e valorizzare un nuovo corso nell'impiego della figura femminile, nel pieno rispetto della dignità culturale e professionale delle donne, anche al fine di contribuire alla rimozione degli ostacoli che di fatto limitano le pari opportunità" (art. 2, comma 3, lettera p)), così come una generale attenzione ad una rappresentazione di genere più rispettosa della realtà; sono invece stati espunti aspetti essenziali di strumenti necessari all'effettivo monitoraggio e cambiamento, mancanze che fanno prevedere un forte rischio di inefficacia nella realizzazione di certi principi generali; in particolare è stata espunta la realizzazione di un Osservatorio indipendente specificamente dedicato alla questione della rappresentazione di genere; nel Contratto di Servizio Rai in corso di definizione, all'art. 2, comma 7, si dichiara infatti che "La Rai opera un monitoraggio, con produzione di idonea reportistica annuale, che consenta di verificare il rispetto circa le pari opportunità nonché la corretta rappresentazione della dignità della persona nella programmazione complessiva, con particolare riferimento alla distorta rappresentazione della figura femminile e di promuoverne un'immagine reale e non stereotipata. I report devono essere trasmessi al Ministero, all'Autorità e alla Commissione Parlamentare"; di fatto il disposto complessivo del contratto sembra accorpare queste funzioni e competenze entro quelle ben più ampie della Commissione paritetica che avrà il compito di definire le modalità operative di applicazione del Contratto (art. 29), Commissione cui è anche demandato, tra gli altri, il compito di definire gli indicatori da usare nel sistema di analisi e monitoraggio della qualità dell'offerta (art. 3); tale soluzione implica di fatto un forte rischio di inefficacia e non rispetta né la lettera né lo spirito della citata condizione contenuta nel parere favorevole della Commissione di vigilanza Rai, per i seguenti motivi: 1) una reportistica prodotta dalla Rai stessa non rispetta il principio di indipendenza dell'organo che deve operare il monitoraggio della rappresentazione delle donne nell'emittenza pubblica; 2) non essendo previsto un organismo dedicato alla specifica problematica viene perso il principio di urgenza e rilevanza della questione della rappresentazione di genere, e il monitoraggio su di essa viene di fatto a trovarsi disperso entro un quadro di autovalutazione vasto e molteplice, rischiando l'inefficacia e l'inattuazione; 3) il Contratto, così come stipulato, prevede un'attività di reporting annuale (a cura della Commissione paritetica), rivolta preminentemente ad organi istituzionali (Ministero, Autorità e Commissione parlamentare). Analoga formula è prevista per il reporting sul genere di cui all'art. 2, comma 7, citato. Viene inoltre rinviata alla Commissione paritetica la "definizione dei criteri più efficaci per la loro diffusione al pubblico" (art. 3, comma 7). Tali modalità, mentre da un lato rispettano obblighi doverosi, dall'altro hanno precisi limiti di efficacia: in primo luogo, per l'allungarsi dei tempi, che rendono di fatto il sistema di monitoraggio inefficace in termini di tempestività e incisività nel promuovere il cambiamento di pratiche comunicative discriminanti; in secondo, per la vaghezza in cui sono lasciati i meccanismi che potrebbero/dovrebbero consentire al pubblico di avere riscontri obbiettivi e di esprimersi in proposito, impegna il Governo: a riprendere le indicazioni dettagliate dell'emendamento accolto dalla Commissione di vigilanza, al fine di promuovere un'integrazione del Contratto di servizio che tenga conto dell'esigenza di stabilire con precisione le regole di monitoraggio della Rai sulla rappresentazione delle donne nelle reti pubbliche; a promuovere l'indizione di una gara pubblica per valutare quali siano, per offerta, costi ed efficacia del monitoraggio, gli istituti di ricerca esterni, enti o organismi qualificati competenti in questo campo; ad attivarsi affinché il monitoraggio e i report annuali siano pubblici e fruibili da chiunque, attraverso pubblicazione on line sui siti Rai e con la massima trasparenza; ad attivarsi affinché si prevedano, nel caso in cui i report evidenziassero mancanze di attenzione e rispetto dell'immagine femminile e della sua corretta ed equilibrata rappresentazione, provvedimenti e/o sanzioni interne. (1-00381)
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