Il prerequisito per il cambiamento, di Cristina Molinari, Presidente di Pari o Dispare |
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Scritto da Redazione PoD Domenica 13 Marzo 2011 15:56 |
Vi riportiamo il livestreaming del forum organizzato dal Newsweek e l'intervento di Emma Bonino a New York di qualche giorno fa. E il commento di Cristina Molinari, Presidente di Pari o Dispare Leggendo Marina Terragni sono riuscita a capire che non è d'accordo con Emma Bonino, mi è più difficile capire perché. Cosa si dovrebbe dire ad una platea internazionale per descrivere la condizione femminile italiana? Nelle graduatorie europee dobbiamo ringraziare Malta che ci permette di essere penultimi, abbiamo le percentuali più basse nelle posizioni di leadeship sia economiche che politiche e nella presenza di servizi per la cura e le più alte nella suddivisione del lavoro domestico e famigliare. Ci salviamo sulle statistiche relative alla salute e alla scolarità perché evidentemente abbiamo una fibra d'acciaio ed una volontà di ferro. Dovremmo informare la platea delle "donne che hanno scosso il mondo" che non va così male perché nel sud, thanks god, abbiamo molto lavoro nero? Oppure dovremmo affermare che è colpa di Berlsuconi, come se fossero solo gli uomini a votarlo? Mi viene da dire alla signora Terragni che il prerequisito per avviare un cambiamento è riconoscere le proprie responsabilità e accettarle. Quindi se, dopo le leggi sul divorzio e sull'aborto (che se non erro si devono in misura non marginale proprio alla donna contro cui la signora si scaglia), si sono avuti degli obbrobi come la legge 40 e un costante comportamento politico (bi partisan) che considera il voto delle donne irrilevante è perché le donne italiane sono progressivamente scomparse dalla discussione politica. Sarebbe inutile provare a mantenere "la facciata" all'estero: gli indicatori sono numeri senza cuore e l'immagine che il nostro paese su questo tema si è conquistata, anche grazie ad alcuni discutibili atteggiamenti e battute del premier, è imbarazzante. Prima ce ne rendiamo conto e prima ci diamo da fare per cambiare meglio è. Altro che class action! |