Le lacrime coraggiose del ministro Elsa Fornero
La lettera di sostegno di Cristina Molinari, presidente di Pari o Dispare al ministro del lavoro Elsa Fornero, pubblicata sul blog del Corriere della Sera, La27sima Ora
Perché quelle lacrime hanno un senso
La riforma delle pensioni è uno dei caposaldi della Manovra. Lo ha detto Mario Monti durante la conferenza stampa in cui ha presentato la “manovra per salvare l’Italia”. Al ministro Elsa Fornero il compito di comunicare quella che è già stata definita la “stangata anzianità”. Un patto “tra ed entro le generazioni”, ha detto Elsa Fornero illustrando le linee che hanno ispirato la riforma e parlando di “vincoli finanziari severissimi”
È un “meccanismo lungo. E abbiamo dovuto e ci è costato, chiedere sacrifici….», avrebbe voluto dire. Ma la parola “sacrificio” non è stata pronunciata, perché il ministro del Welfare si è interrotta ed è scoppiata in lacrime.
La commozione del ministro non toglierà il peso di quei sacrifici difficili da accettare. E da dire.
Ma quelle lacrime hanno un senso.
“Domani i giornali saranno pieni di articoli e commenti sulle lacrime della prof.ssa Fornero, ministro del Lavoro” dice Cristina Molinari, presidente di Pari o Dispare, l’associazione fondata da Emma Bonino. “Pochi ricorderanno che la signora si è commossa annunciando misure che potevano penalizzare anche pensioni che sono già da fame e persone che per età hanno ben scarsa possibilità di trovare altre forme di reddito. Nessuno ricorderà che siamo invece abituati a ben altre forme di perdita di controllo: ministri e parlamentari che urlano in Parlamento e che si insultano nei salottini TV . Allora io vorrei ringraziare la prof.ssa Fornero per aver perso la voce per qualche istante e per aver però mantenuto il coraggio ed il cervello per costruire e descrivere con chiarezza delle misure che qualunque politico avrebbe cercato di evitare o di seppellire in qualche decreto illeggibile”.
Domani cominceranno conti e consultazioni. Oggi siamo accanto alla signora ministro.
Ecco in sintesi le principali novità della manovra in materia previdenziale:
Estensione del metodo contributivo a tutti i lavoratori, aumento dell’età di vecchiaia per le donne del settore privato, abolizione delle finestre mobili (e assorbimento di questi periodi nell’età effettiva di pensionamento), aumento delle aliquote sugli autonomi ma soprattutto una vera e propria stangata sulle pensioni di anzianità: sono queste le principali misure previste per la riforma della previdenza prevista dalla manovra correttiva presentata oggi dal Governo alle parti sociali alla quale si aggiunge un blocco della rivalutazione delle pensioni rispetto all’inflazione per il biennio 2012-2013 con la sola esclusione dei trattamenti fino al doppio del minimo (467 euro al mese nel 2011).
FLESSIBILITÀ: le misure in materia previdenziale contenute in manovra si basano, ha chiarito il ministro Elsa Fornero, «sul principio della flessibilità nel pensionamento. Vogliamo reintrodurre una flessibilità e accompagnare con incentivi il proseguimento dell’attività lavorativa. Abbiamo passato al setaccio il sistema pensionistico per individuare privilegi ed eliminarli o attenuarli».
ADDIO ALLA FINESTRA MOBILE, SARÀ ASSORBITA NELL’ETÀ:EFFETTIVA: scompare il meccanismo della «decorrenza di 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi» previsto dalla manovra2010 apartire dal 2011 che allungava di fatto i tempi per l’accesso al pensionamento. Il periodo sarà però assorbito nei requisiti che per la vecchiaia degli uomini dipendenti saranno dall’anno prossimo quindi pari a 66 anni (65 anni attuali pi—ù12 mesi di finestra). Gli autonomi andranno in pensione a 66 anni e mezzo (andavano a 65 ma a questi si aggiungevano 18mesi di attesa di finestra mobile).
AUMENTO ETÀ DONNE PRIVATO, IN VECCHIAIA A 63 ANNI NEL 2012: si accelera sull’aumento dell’età di vecchiaia delle donne dipendenti del settore privato. Dal 2012 andranno in pensione a 63 anni mentre entro il 2018 saranno a quota 66 come gli uomini (l’età salirà a 64 nel 2014, 65 nel 2016) e le donne del settore pubblico (a 66 anni dal 2012). Lo scalino tra 2011 e 2012 sarà quindi di due anni dato che quest’anno le donne dipendenti del settore privato uscivano a 60 anni più 12 mesi di finestra mobile (quindi a 61).
STANGATA SU ANZIANITÀ: sono abolite le cosiddette quote (età più contributi) e per i dipendenti dal 2012 sarà possibile uscire dal lavoro in anticipo rispetto all’età di vecchiaia solo con almeno 41 anni di contributi per le donne e 42 per gli uomini. Al momento gli anni di lavoro necessari per andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica erano 41 per uomini e donne (40 più la finestra mobile). Per gli autonomi si andrà in pensione prima dell’età di vecchiaia con 41 anni e mezzo di contributi per le donne e 42 e mezzo per gli uomini. Sparisce il termine anzianità, si chiamerà pensione anticipata.
AUMENTO ALIQUOTE AUTONOMI: È previsto un aumento delle aliquote contributive degli autonomi di 0,3 punti ogni anno per arrivare a due punti in più nel 2018 (adesso sono al 20-21% per i commercianti e gli artigiani a fronte del 33% dei dipendenti)
FASCIA FLESSIBILE PER PENSIONAMENTO: per le donne sarà prevista una fascia flessibile per il pensionamento tra i 63 e i 70 anni mentre per gli uomini sar… tra i 66 e i 70. Ci saranno vantaggi per chi esce più tardi e penalizzazioni per chi esce dal lavoro prima.
CONTRIBUTIVO PER TUTTI: sarà esteso a tutti il metodo contributivo pro rata, anche quindi a coloro che avendo cominciato a versare contributi prima del 1978 avevano mantenuto il più generoso metodo retributivo. Per questi lavoratori il nuovo meccanismo varrà dal 2012 quindi gli anni di lavoro fino al 2011 saranno calcolati con il retributivo.
BLOCCO RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI FINO AL DOPPIO DEL MINIMO(467 EURO AL MESE): le pensioni in essere saranno congelate per il 2012 e il 2013 rispetto all’inflazione. Rispetto all’impianto originario (che salvava al 100% solo quelle minime – 467,42 euro), il premier Monti ha fatto sapere che «grazie ai proventi derivanti dal bollo sullo scudo fiscale possiamo dare non metà copertura dall’ inflazione, come pensavamo, ma piena copertura dall’ inflazione, anche per le pensioni comprese tra quella minima che Š di 480 euro e la doppia della minima».
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