Firma anche tu per cambiare il racconto sull’immigrazione

| 6 ottobre 2017 | 0 Commenti

Mancano ancora pochi giorni per raggiungere l’obiettivo delle 60 mila firme necessarie per depositare la proposta di legge di iniziativa popolare per il superamento della legge Bossi-Fini e dunque il reato di clandestinità. Che aspetti a firmare per cambiare il racconto sull’immigrazione? 

 
Pari o Dispare ha deciso di appoggiare la campagna “Ero straniero, l’umanità che fa bene”, lanciata da Emma Bonino, Radicali Italiani e sostenuta tra gli altri dalle ACLI, l’Arci, Casa della Carità, Centro Astalli, A buon Diritto, ASGI,CILD, CNCA, molti sindaci italiani e diverse associazioni, come la nostra appunto.

Già nel mese di luglio abbiamo avviato anche nel network delle associazioni al femminile, grazie alla collaborazione con la Casa Internazionale delle donne, un dibattito su questo tema, coinvolgendo donne straniere protagoniste di esperienze interessanti di lavoro e integrazione, esperti del mondo della formazione, la rappresentanza della Commissione europea in Italia.

Potete dunque recuperare a questo link il dibattito dal titolo “Donne, immigrazione e integrazione: oltre gli stereotipi”. Ma il dialogo e lo studio di proposte più articolate e precise deve continuare.
E’ inoltre in corso una mobilitazione eccezionale per discutere finalmente di IUS SOLI nel parlamento italiano. Diversi parlamentari hanno per questo iniziato uno sciopero della fame per non rimandare ancora l’approvazione del diritto che consentirebbe a molti minori di non sentirsi più stranieri in casa propria, ovvero nel nostro e loro paese, ottenendo così finalmente la cittadinanza italiana.
A questo link tutte le informazioni.
Vi riportiamo infine, da questo link, le proposte presenti nel disegno di legge lanciato con la campagna “Ero straniero- l’umanità che fa bene”.

In breve, ci si propone di superare la legge Bossi-Fini attraverso:
  • meccanismi diversificati di ingresso per lavoro, a partire dall’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di occupazione attraverso attività d’intermediazione pubbliche e private tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri e dalla reintroduzione del sistema dello sponsor.
  • forme di regolarizzazione su base individuale degli stranieri irregolari – anche nel caso di richiedenti asilo diniegati – qualora sia dimostrabile l’esistenza in Italia di un’attività lavorativa o di formazione, di legami familiari, sul modello spagnolo del “radicamento”.

Riformare il sistema di accoglienza:

  • adottando unicamente il modello Sprar;
  • migliorando la qualità dei servizi attraverso meccanismi di monitoraggio efficaci;
  • investendo sul lavoro, valorizzando le forze produttive del territorio e mettendo i centri per l’impiego nelle condizioni di erogare con efficacia servizi di formazione e avviamento lavorativo attraverso appositi sportelli per l’integrazione da finanziare, a livello nazionale e regionale, ricorrendo ai fondi europei.

Introdurre canali legali e sicuri d’arrivo in Europa:

  • implementando i programmi di reinsediamento e favorendo la creazione di corridoi umanitari
  • garantendo mobilità interna a quanti giungono nel territorio europeo e chiedono protezione: lo Stato membro competente va determinato tenendo conto innanzitutto delle esigenze familiari o umanitarie del richiedente asilo garantendo il rispetto del principio dell’unità familiare e delle clausole umanitarie del regolamento di Dublino.

Leggi il o la sintesi del dossier

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