Anche l'Onu rafforza la lotta contro le discriminazioni di genere
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Scritto da Redazione PoD  Mercoledì 21 Luglio 2010 14:48   

ORA PENSIAMO ALLE DONNE

Vanity Fair - 16 luglio 2010

L'Onu vara la prima super agenzia internazionale contro le discriminazioni. Emma Bonino spiega perché è una buona notizia. Soprattutto per l'Italia

 di Francesco Esposito

 "Se sia una svolta storica è presto per dirlo, certamente è una buona notizia". Così Emma Bonino, vicepresidente del Senato, da sempre impegnata nella battaglia per i diritti delle donne, accoglie la nascita di "UN Women", la nuova super agenzia Onu contro le discriminazioni di genere, approvata con voto unanime dagli Stati membri lo scorso 2 luglio. Attiva da gennaio 2011, avrà il compito di premere sui 192 Paesi dell'Assemblea generale sui temi dell'integrazione femminile e della lotta alle disuguaglianze.

 

Quanto ce n'era bisogno?

"Molto, perché porterà uno snellimento e una razionalizzazione del sistema, accorpando incarichi oggi dispersi in vari soggetti, spesso vecchi e da rinnovare: la Divisione per la promozione della donna (Daw), del 1946, l'Istituto internazionale per la ricerca e la formazione per l'avanzamento femminile, l'Ufficio del consigliere speciale Onu sulle questioni di genere (Osagi), il Fondo di sviluppo per le donne (Unifem). Vedo però un rischio".

 

Quale?

"Che quest'agenzia diventi un ghetto dorato dove discutere di diritti delle donne al chiuso di quattro pareti, senza dare più impiccio all'Assemblea generale. La questione femminile va trattata nei luoghi della politica".

 

Eppure si dice che UN Women avrà un budget doppio rispetto ai 250 milioni all'anno investiti oggi sui diritti delle donne: non pare poco...

"Molto dipenderà anche dalla persona che chiameranno a guidare l'agenzia, che peraltro avrà un ruolo importante, di "Segretario generale aggiunto" dell'Onu, al fianco di Ban Ki-moon".

 

Si sono fatti nomi autorevoli, come l'ex presidente cilena Michelle Bachelet. Secondo lei dovrebbe essere per forza una donna?

"L'importante è che scelgano una personalità forte, con una spiccata vocazione politica".

 

Quali sono i problemi più urgenti che UN Women si troverà ad affrontare?

"Le priorità cambiano da regione a regione: nei Paesi arabi il problema è che per le donne non esistono diritti garantiti dalla Costituzione, in America Latina, dove questi diritti ci sono, c'è un problema grave di povertà".

 

E in Europa?

"La situazione cambia spostandosi da Nord a Sud. Prendiamo l'Italia: qui resiste la barriera contro i nuovi diritti, dalla Ru486 alla procreazione assistita, e vige il modello del "familismo" come ammortizzatore sociale. Un modo ipocrita per dire che di certi problemi devono farsi carico le donne: possibile che solo l'8% dei bambini italiani abbia accessi a un asilo nido, contro il 40-45% della Ue? Ecco quello che rende le donne italiane "diverse" rispetto alle loro sorelle europee".

 

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