Le nuove bellezze Pirelli: il lato sexy del talento

| 11 dicembre 2015 | 0 Commenti

Le nuove bellezze Pirelli

Il lato sexy del talento 

di Valeria Manieri per la 27ora

Ero molto curiosa di sbirciare qua e là sul web, e non solo, cosa donne e uomini pensassero della presentazione del nuovo calendario Pirelli, The Cal 2016, vista la scelta innovativa di fotografare, o meglio celebrare, un altro tipo di bellezza femminile: quella non convenzionale che chiunque abbia talento e determinazione spesso magneticamente emana.

Per catturare quelle immagini e questa sfida, Pirelli non poteva che scegliere una regina della fotografia come Annie Leibovitz, che ha immortalato bellezze e talenti di ogni tipo durante la sua incredibile vita e carriera.

La sbirciatina sul web e dintorni ha riproposto come al solito un dibattito trito e ritrito: c’è chi reputa l’operazione Pirelli una captatio benevolentiae femminista, c’è chi – anche giustamente – dice che i calendari sono fatti per guardare e ammirare bellezze più canoniche, forme, erotismo e che Patti Smith «sarà anche brava, ma certamente non la appenderebbe al muro»; c’è chi invece denuncia quanto il corpo delle donne sia da sempre merce di scambio pubblicitario e non solo, plaudendo all’iniziativa; infine c’è chi ricorda orgogliosamente le ultime piazze di «Se non ora quando» e che la lotta agli stereotipi di genere si affronta anche così, ribaltando i clichés.

Ho solidarizzato un po’ con tutte queste affermazioni, perché ciascuna offre spunti di verità.

Devo dire che dopo alcuni anni di iniziative contro gli stereotipi di genere, portate avanti da molte associazioni, compresa la mia (Pari o Dispare n.d.r.), spesso mi trovo davanti a reazioni polarizzate e opposte, che trovo un tantino limitate. E a volte, lo confesso, davvero davvero noiose.

Chiunque abbia presente il lavoro e l’arte di Annie Leibovitz sa che dietro ogni sua immagine c’è una incredibile ricerca di senso, forza e una grande attenzione alla bellezza e ciò che essa nasconde più in profondità.

Proprio per questo il calendario Pirelli ci offre forse una occasione per andare oltre gli stereotipi, di qualsiasi tipo essi siano.

Ci aiuta a porre alcune domande. Tra le più urgenti, per noi tutte e tutti, esperti di comunicazione e femministe compresi/e, ci sono senz’altro queste: «tette e culi» scultorei, che in verità nessuno disdegna per principio, hanno ancora molto da raccontare? È possibile rappresentare bellezza ed erotismo in altri modi? Ma poi, la più scabrosa: ci siamo accorti che anche le donne hanno gli occhi, così come li hanno gli uomini, e che non a tutte e tutti piacciono le stesse cose?

L’aspetto più innovativo del Calendario Pirelli forse è proprio questo: raccontare che il talento, la determinazione, sono sexy.

Ma anche, forse, che i calendari senza gattini e cagnolini, li osservano, li comprano e perfino li appendono anche le donne, pur essendoci proposte in circolazione scarsamente fantasiose. Già, perché anche le donne guardano altre donne, guardano uomini o guardano entrambi i generi, indifferentemente.

Inoltre, nello specifico, il Calendario Pirelli, data la selezionatissima clientela a cui si rivolge, viene esposto in molti uffici di manager fino ad ora scarsamente popolati da figure femminili. Gli stessi uffici che già, o molto presto, speriamo, si riempiranno di donne al vertice.

Anche per questo la strategia Pirelli sembra essere lungimirante. Da non sottovalutare neppure il fatto che a lanciare un messaggio di «forza femminile» così incisivo sia una azienda privata e non una istituzione o associazione. Un messaggio «politico» veicolato attraverso l’arte, grazie all’iniziativa di un privato. Qualcosa si muove nel verso giusto. Seppur lentamente.

Infine, tornando allo «stereotipo» del calendario in quanto tale, su cui pure molti commenti ho letto e sentito.

Personalmente un calendario – Pirelli o non – con persone più o meno vestite lo appenderei, se trovassi motivo di interesse. Non mi sentirei meno femminista per questo. Neppure se fosse quello di Brad Pitt o Monica Bellucci, tanto più che entrambi sono persone di fascino e intelligenza, mica solo belli.

Ma ci sono donne e uomini che trovano arte, forza, intelligenza, simpatia, forme di indiscutibile bellezza ed erotismo.

Penso che chiunque sapesse che dietro un volto, uno sguardo, un seno, un sedere, delle gambe, dei bicipiti, gli stessi che Annie Leibovitz celebra spesso, si nasconde qualcosa in più, guarderebbe quella immagine con maggiore curiosità e perfino piacere.

Un piacere che per ciascuno è diverso e che fino ad oggi è stato in realtà scarsamente tenuto in considerazione. Un piacere che è stato noiosamente ghettizzato e standardizzato.

Ed è su questa diversità che dobbiamo interrogarci e forse iniziare davvero a immaginare con nuovi occhi. Non certo censurando bellezza o celando nudità, ma cercandone di nuove e diverse.

 

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